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ANSIA - PAURA -FOBIA

L'ANSIA

PERCHE SI PRESENTA L'ANSIA

L’ ansia è generata spesso dalle valutazioni che si effettuano su un determinato evento, o meglio dai pensieri, previsioni il più delle volte, su quello che accadrà in futuro. Nell’incertezza che un evento possa non andare come ci piacerebbe, vorremmo controllare esisti drammatici, a questo punto l’ ansia aumenta e si alimenta.

L’ ansia, però, potrebbe presentarsi anche senza un motivo apparente, manifestandosi in modo eccessivo e privo di ogni controllo. In questo caso si otterrà una risposta eccessiva e sproporzionata, che innescherà sensazioni di ansia future.

QUALI SONO LE MODIFICAZIONI FISIOLOGICHE

Ci sono una serie di modificazioni fisiologiche simili anche a quelle della paura: 

  • giramenti di testa

  • vertigini, 

  • senso di confusione, 

  • mancanza di respiro, 

  • senso di costrizione o dolori al torace, 

  • appannamento della vista, 

  • senso di irrealtà, 

  • il cuore batte in fretta o salta qualche battito, 

  • perdita di sensibilità o formicolii alle dita, 

  • mani e piedi freddi, 

  • sudore, 

  • rigidità muscolare, 

  • mal di testa, 

  • crampi muscolari, 

  • paura d’impazzire o di perdere il controllo. 

Insomma, un’esperienza molto intensa che può spaventare molto.

LA VISIONE PSICOSOMATICA DELL'ANSIA

Dal punto di vista psicosomatico l’Ansia viene vista come una spinta vitale interna che viene a cercarci per poter evolvere, disturbandoci in apparenza con timori indefiniti, ma in realtà viene ad indicarci di vivere la nostra vera vita. Di fatto L’ansia esprime una risorsa nascosta che non stiamo utilizzando e che preme per venire alla luce. La nostra anima non ci manda paure e ansie allo scopo di perseguitarci, ma come alleato prezioso per farci fermare di fronte ad un pericolo:

  • Le gabbie mentali che ci auto-creiamo - Paura ed ansia affiorano dal profondo per dirci di stare attenti a non perdere la cosa più preziosa, e cioè noi stessi.

  • Un’energia repressa - Non viene per farci del male ma ci avvisa che stiamo correndo un pericolo grave, pertanto va accolta, le va dato spazio, occorre abbandonarci alle sensazioni che procura senza timori. Allo stesso tempo iniziare a fare qualche cosa che ci piace veramente: un’attività, un interesse.

  • Il panico - E’ un improvviso attacco d’ansia intensa, dove si avverte la paura di morire, di essere in preda a un infarto, oppure di perdere il controllo di se stessi ed impazzire. Il panico raggiunge il picco nel giro di dieci minuti e poi gradualmente si attenua.

LE VARIE FORME DI ANSIA

L’ansia si presenta in forme molto varie, può arrivare anche senza una ragione apparente, nelle occasioni più inattese e in momenti diversi. L’origine del disagio non è esterna alla persona, ma nasce dall’interno, come reazione a una condizione che il nostro istinto vitale ritiene non accettabile.

Le pressioni sociali, le identificazioni con modelli esterni, gli obblighi, il non seguire la propria strada, posso far sorgere l’ansia come segnale d’allarme per segnalare che qualcosa non sta andando nel verso giusto. Il rimugino fa diventare cronico lo stato ansioso.

  • L’ansia anticipatoria, la paura di poter aver paura, si vive nella tensione che possa accadere qualcosa di spiacevole.
    Consiglio: Rimani nel presente, nel qui ed ora.

  • L’inquetudine che arriva nei momenti più inattesi, come un vento irrequieto. Si tratta di un vento che vuole spazzare le foglie secche.

  • L’ansia che compare all’inizio della giornate, oppure a fine giornata.

  • Ansia dei momenti lieti e quelli bui.

  • La paura di non raggiungere la meta.

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  • L’ansia da prestazione

  • La preoccupazione del tempo che fugge

  • L’ossessione per l’ordine

  • L’ansia della pulizia e dell’igiene

 

I VARI GRADI DI ANSIA

  • L’ansia sana - E’ una normale reazione ad un pericolo, a una prova importante, o situazione difficileL'ansia patologica - E’ una reazione spropositata di allarme rispetto ad un pericolo più o meno reale.
    Il DSM-IV la definisce come “disturbo di ansia generalizzato”, in quanto stato continuativo e persistente di preoccupazioni per vari eventi, eccessivo in intensità, durata o frequenza, rispetto alle reali circostanze. Generalizzata in quanto non è circoscritta a determinate situazioni, come accade ad esempio per la fobia.

  • L’angoscia - E’ una condizione più intensa e invasiva dell’ansia, meno grave rispetto al panico, ma con la sensazione che qualcosa stia già accadendo.

L'ANSIA VA ASCOLTATA

L’ansia va ascoltata e non repressa, così le si permette si svolgere la sua funzione, di ritrovare noi stessi in tutti i nostri lati, anche quelli nascosti e che non vogliamo vedere, e solo allora ci lascerà liberi.

LE RAGIONI PROFONDE DELL'ANSIA

  • Energia inespressa: non ci si accorge o non si da importanza al fato che una parte importante di noi (spirituale, sessuale, creativa, ecc)non sta vivendo.

  • Ambiente di vita: Lo stile di vita e contenuto attuali sono estranei alla nostra natura.

  • Assuefazione: Ci sono cause di ansia evidenti, tuttavia si continua a convivere e si pensa di averle accettate.

  • Stanchezza profonda: corpo e mente sono logori, ma non ci si vuole fermare.

  • Stato di sospensione: C’è qualcosa da chiarire, da affermare, o da concludere. Crisi di coppia, amicizie in bilico, tensioni coi genitori, ecc. 

  • Atteggiamento appreso: L’ansia è stata appresa dalla famiglia di origine

CAMBIAMO MENTALITA'

Il disagio affiora per invitarti a cambiare atteggiamento e modo di vivere, per assecondare meglio la tua vera natura.

Come fare:

  • Esplora i “lati infiniti” che son o in te, per dare spazio alla nascita di un nuovo te stesso. Più rinunci alla tua spontaneità e naturalezza per adeguarti agli altri, più “chiami l’ansia per ritrovarla. Puoi cambiare routine e provare strade diverse, modificare gli orari , uscire dai soliti contesti, pratica più attività fisica, dedicati alle tue passioni.

  • Svuota la mente dai pensieri che alimentano ansia, distraiti e non andare a caccia di perché e spiegazioni razionali inutili.

  • Accogli gli imprevisti e le novità: davanti un fuori programma aspetta prima di tirarti indietro, prova nuovi percorsi segui le tue intuizioni, spesso nell’inatteso scopri ciò che ti piace.

  • Liberati dal perfezionismo esasperato, abituati ad accettarti come sei.

  • Ascoltati davvero: difendi il tuo tempo dalle continue interruzioni, spegni il cellulare e stai con te stesso, organizza il tuo tempo in modo da avere meno distrazioni possibli, cerca il silenzio, usa meglio le tue energie evitando le attività superflue, fai esercizi di lentezza come la meditazione, la respirazione, la Mindfulness.

LA PAURA

UNA EMOZIONE FONDAMENTALE

La paura ha, come tutte le emozioni, un’utilità per l’uomo, essa infatti lo mette in guardia dai pericoli che incontra. La paura però diventa un problema quando viene vissuta in maniera esagerata o fuori contesto, come nel caso delle fobie.

La paura, insieme a tristezza, gioia, disgusto e rabbia, è una delle emozioni fondamentali degli esseri viventi, ci mette in guardia dai pericoli e ci spinge alla sopravvivenza.

COME SI SCATENA LA PAURA

Di fronte a un pericolo, infatti, il nostro corpo produce un ormone – la ben nota adrenalina – che induce cambiamenti fisici e mentali e che ci prepara all’azione: fuggo o rimango immobile (flight or fight). Se facciamo un salto indietro ai nostri antenati riusciamo a capire il valore adattivo di questa emozione: la paura ha protetto i nostri avi da animali selvaggi o da vicini ostili.

Oggigiorno gli stimoli che ci fanno paura non sono più grandi leoni o invasioni vicine, quanto piuttosto la perdita di un lavoro, un cambiamento di vita o il sommarsi di problemi quotidiani. Tuttavia i cambiamenti corporei, il pensiero e le reazioni comportamentali rimangono le stesse dei nostri antenati. 

A COSA SERVE LA PAURA

La paura ha dunque, come tutte le emozioni, un’utilità per l’uomo, mettendolo in guardia dai pericoli. Essa però diventa un problema quando viene vissuta in maniera esagerata o fuori contesto.

LE REAZIONI ALLA PAURA

Le due principali reazioni dinnanzi a uno stimolo pauroso sono attacco o fuga: la prima ci consente di affrontare l’ostacolo, combatterlo; la seconda ci porta ad abbandonare la situazione prima che divenga eccessivamente minacciosa per la nostra sopravvivenza. Tuttavia, in letteratura, troviamo altre due reazioni degli esseri viventi dinnanzi a una situazione di pericolo: il freezing e il faint.

Il freezing è un’immobilità tonica, l’essere vivente sembra appunto congelato, immobilità che permette di non farsi vedere dal “predatore” mentre si valuta quale strategia (attacco o fuga) sia la più adatta per la situazione specifica. Quando nessuna di queste strategie sembra avere qualche possibilità di riuscita l’unica ed estrema risposta possibile è il faint (la finta morte), la brusca riduzione del tono muscolare accompagnata da una disconnessione fra i centri superiori e quelli inferiori. E’ una reazione molto estrema, si manifesta come una simulazione di morte, ovviamente automatica e non consapevole, perché in genere i predatori preferiscono prede vive.

QUANDO DIVENTA UN PROBLEMA

Si tratta, perciò, di esperienze vitali e necessarie. I problemi nascono nel momento in cui non riusciamo a spegnere le nostre reazioni corporee e mentali di fronte a una minaccia che non è più presente né imminente, così che la risposta allo stress, da adattiva, si trasforma in cronica o eccessiva.

I CAMBIAMENTI CORPOREI

Reazioni corporee della paura includono: 

  • bocca secca

  • aumento della frequenza cardiaca e respiratoria

  • motilità intestinale

  • tensione muscolare

  • aumento della sudorazione. 

Il nostro corpo si sta preparando a una reazione immediata. Senza tali cambiamenti, infatti, saremmo del tutto inadeguati di fronte al pericolo.

In caso di paura eccessiva le sensazioni corporee iniziano a diventare più fastidiose. 

La tensione muscolare, fondamentale per la risposta di attacco o fuga, si trasforma in malessere che pervade tutto il corpo: 

  • mal di testa

  • dolori alle spalle e al petto

  • sintomi gastrointestinali

  • debolezza delle gambe. 

Ecco così che il respiro affannoso ci può portare a sensazioni di nausea o di mancanza del respiro; l’attenzione focalizzata al battito cardiaco non fa altro che aumentare la pressione sanguigna e farci avvertire un senso di svenimento, una visione offuscata e fischi alle orecchie.

I CAMBIAMENTI PSICOLOGICI

La reazione psicologa a stimoli pericolosi porta a un cambiamento nel modo in cui noi pensiamo, il nuovo pensiero diventa adattivo in quel contesto, in quanto ci prepara a far fronte alla minaccia.

Per esempio, quando siamo sotto particolari stress diventiamo più focalizzati sul problema, ci concentriamo più a lungo e incrementiamo le nostre capacità di problem-solving. Similmente, avvertiremo anche un cambiamento in ciò che proviamo, come l’essere più irritabili o tesi.

La persona con una eccessiva risposta di paura a numerose situazioni, inizia a focalizzarsi esclusivamente su ciò che teme, generalmente preoccupandosi che un problema non abbia soluzione o catastrofizzandolo. Si sviluppa, col tempo, un tipo di pensiero negativistico verso se stessi e il mondo circostante, percepito come fonte di minacce sempre possibili. Tale forme di ragionamento negativo formano un circolo vizioso con i cambiamenti corporei, come ad esempio: “Ho un dolore al petto, devo avere qualcosa che non va con il cuore”, oppure: “questa sensazione/emozione è insopportabile, non c’è niente che possa fare”. In questo modo lo stress rimane costantemente elevato, portando a un aumento del disagio e delle preoccupazioni, fattore che induce le persone a focalizzarsi sugli eventi negativi e insolubili piuttosto che su quelli positivi.

I CAMBIAMENTI COMPORTAMENTALI

Le reazioni comportamentali alla paura consistono sostanzialmente, come precedentemente illustrato, nello scappare o nell’evitare. Se al parco mi accorgo che un ramo di un albero mi sta cadendo addosso, troverò la forza di fare un salto indietro all’improvviso e allontanarmi. Senza questo tipo di risposta, mi troverei schiacciato dal ramo. Sotto la spinta della paura, siamo in grado di fare cose che non avremmo mai pensato di riuscire a compiere.

I cambiamenti comportamentali, se persistenti, non fanno altro che aumentare le difficoltà. In preda

all’ ansia e alle preoccupazioni, ad esempio, la maggior parte delle persone aumenta la quantità di sigarette fumate, mangia in maniera non equilibrata e smette di fare esercizio fisico. 

Tutto ciò incrementa il senso di non sentirsi bene e di essere cronicamente stanchi e meno capaci di fare fronte allo stress. Ricordiamoci che la risposta più comune allo stress è l’evitamento delle situazioni che ci fanno paura o dagli oggetti minacciosi. Tuttavia, il sollievo che si ricava dall’evitare gli stimoli stressanti è solo temporaneo e incrementa il senso di sfiducia personale, così che l’evento tanto temuto appare sempre più impossibile da fronteggiare.

Qualunque sia il trigger ansiogeno (sia esso reale o immaginario), ciò che mantiene la risposta allo stress anche dopo che lo stimolo è esaurito, è l’attivazione del circolo vizioso appena menzionato e che accomuna tutti i problemi di rimuginio, paura e ansia.

TRA ANSIA E PAURA: DIFFERENZE E SOMIGLIANZE

Paura e ansia sono codificate nella medesima area cerebrale, ma i motivi per cui si manifestano sono diversi. Nel primo caso, quando proviamo paura, siamo spaventati da qualcosa di reale. Se dovessimo sostenere un esame, è normale aver paura, ma nel momento in cui vorremmo andasse tutto secondo i nostri piani, cioè prendere assolutamente un trenta e lode, e chiaramente non si ha la certezza che questa cosa si verifichi, allora parleremo di ansia e non di paura. 

Insomma, l ’ansia si scatena quando si effettuano previsioni negative e catastrofiche su eventi percepiti come importanti o pericolosi.

COSA LEGANO ANSIA E PAURA

Da un punto di vista neurofisiologico, una possibile spiegazione di alcuni fenomeni che legano ansia e paura, quali per esempio l’ipervigilanza e l’iperallarme, potrebbe essere ricondotta all’attivazione automatica dell’amigdala, in seguito alla percezione di uno stimolo spaventoso.

Mediante la percezione visiva identifichiamo ed assegniamo significati agli oggetti che vediamo ed è in base ad essi che reagiamo, attivando una specifica area cerebrale: l’amigdala.

In uno studio di Whalen e colleghi (1998), che questa parte del cervello risultava essere implicata anche nel monitoraggio di stimoli emotivi inconsapevoli.

Dunque l’amigdala potrebbe giocare un ruolo principale nei fenomeni clinici che si osservano nei disturbi d’ansia. Infatti, in questi soggetti, l’attivazione di quest’area cerebrale potrebbe commettere errori nel processare le informazioni a livello implicito e dare origine a fenomeni tipici quali: ipervigilanza, iperallarme e mancata abituazione agli stimoli.

LA FOBIA

COSA E' LA FOBIA

Le fobie sono paure sproporzionate rispetto a qualcosa che non rappresenta un reale pericolo, ma questo stato d’ansia viene percepito come non controllabile, anche mettendo in atto strategie comportamentali o rimuginii utili per fronteggiare la situazione.

La fobia, dunque, è una paura, intensa, persistente e duratura, provata per una specifica cosa.

COME SI RICONOSCE

Si tratta di una manifestazione emotiva sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia. Chi soffre di fobie, infatti, è sopraffatto dal terrore di entrare in contatto con ciò che teme: un ragno o una lucertola, etc.

II SINTOMI FISIOLOGICI

  • tachicardia

  • vertigini

  • disturbi gastrici e urinari

  • nausea

  • diarrea

  • senso di soffocamento

  • rossore

  • sudorazione eccessiva

  • tremito

  • spossatezza. 

 

Ovviamente, tali manifestazioni patologiche si attuano solo alla vista della cosa temuta o al pensiero di poterla vedere. 

I fobici, sono sostanzialmente degli ansiosi e come tali funzionano, nel senso che tendono a evitare le situazioni associate alla paura, ma alla lunga questo meccanismo diventa una vera e propria trappola.

Infatti, l’evitamento non fa altro che andare a conferma la pericolosità della situazione evitata e prepara all’evitamento successivo.

PRINCIPALI TIPI DI FOBIA

Esistono le fobie generalizzate, come l’agorafobia, paura degli spazi aperti, e la fobia sociale, paura di esporsi in pubblico, e le fobie specifiche, generalmente gestite evitando gli stimoli temuti, che posso essere:

  • Tipo situazionale. Nei casi in cui la paura è provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare, guidare, oppure luoghi chiusi (claustrofobia o agorafobia).

  • Tipo animali. Fobia dei ragni (aracnofobia), fobia degli uccelli o fobia dei piccioni (ornitofobia), fobia degli insetti, fobia dei cani (cinofobia), fobia dei gatti (ailurofobia), fobia dei topi, ecc..

  • Tipo ambiente naturale. Fobia dei temporali (brontofobia), fobia delle altezze (acrofobia), fobia del buio (scotofobia), fobia dell’acqua (idrofobia), ecc..

  • Tipo sangue-iniezioni-ferite. Fobia del sangue (emofobia), fobia degli aghi, fobia delle siringhe, ecc.. In generale, se la paura viene provocata dalla vista di sangue o di una ferita o dal ricevere un’iniezione o altre procedure mediche invasive.

  • Altro tipo. In questo caso la paura è scatenata da altri stimoli come: il timore di situazioni che potrebbero portare a contrarre una malattia ecc. Esiste una particolare forma di fobia che riguarda il proprio corpo o parti di esso che la persona percepisce come sproporzionate, inguardabili, orribili rispetto a come realmente si mostrano (dismorfofobia).

Fonti: “State of Mind, Giornale delle scienze psicologiche”

           “Corso pratico per vincere l’ansia" -  Edizioni Riza Milano

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